L’evoluzione del sistema portuale italiano è sempre più al centro del dibattito strategico tra istituzioni e operatori. Durante un recente incontro moderato da Nicola Capuzzo (direttore di Shipping Italy), i vertici delle Autorità di Sistema Portuale hanno tracciato un quadro fatto di traguardi, ostacoli da superare e una precisa richiesta: maggiore coordinamento a livello centrale, pur nel rispetto delle peculiarità di ciascun territorio.
L’urgenza della modernizzazione e del coordinamento nazionale
Andrea Annunziata, commissario dell’AdSP del Mare Tirreno Centrale, ha sottolineato quanto l’Italia necessiti di infrastrutture moderne e di una cabina di regia nazionale capace di guidare le trasformazioni. I porti del Sud, ha ricordato, devono essere pienamente coinvolti nella strategia logistica europea, sfruttando strumenti come le ZES (Zone Economiche Speciali) per favorire una crescita diffusa. In questo contesto, è cruciale semplificare i processi e attrarre investimenti privati, come già previsto dal PNRR che ha stanziato oltre un miliardo per Napoli, Salerno e Castellammare. Tuttavia, Annunziata avverte: «Non possiamo ignorare il tema energetico. Elettrificare le banchine va bene, ma serve anche interrogarsi sulla reale sostenibilità di lungo periodo».
Porti e geopolitica: il Mediterraneo torna protagonista
Vincenzo Garofalo, presidente dell’AdSP del Mare Adriatico Centrale, ha ribadito il valore del sistema portuale nazionale, capace di reagire con rapidità alle grandi crisi globali – dalla pandemia alle tensioni internazionali – e di riaffermare l’Italia come attore credibile nel commercio mondiale. Secondo Daniele Rossi (AdSP del Mare Adriatico Centro-Settentrionale), proprio l’instabilità geopolitica sta riportando centralità al Mediterraneo, accelerando fenomeni come il reshoring e aprendo nuove opportunità alle rotte di medio raggio. I porti italiani, sostiene Rossi, dovranno però evolvere in chiave energetica e digitale, superando le barriere burocratiche e ambientali che ancora rallentano lo sviluppo.
Ed è in questo contesto che strumenti come PortaleGenio possono rivelarsi particolarmente utili: la WebApp, infatti, consente una visualizzazione dettagliata dei collegamenti intermodali europei, aiutando imprese, operatori e istituzioni a valutare percorsi alternativi rispetto alla gomma, integrando efficacemente ferrovia e trasporto marittimo.
Visione sovranazionale e digitalizzazione: due leve strategiche
Massimo Seno (AdSP del Mare Ligure Occidentale) ha evidenziato come le sfide future siano da affrontare con una visione sovranazionale. I porti devono attrezzarsi per affrontare le transizioni energetica e climatica, dotandosi di infrastrutture fisiche all’altezza della domanda globale. Il caso di Genova e della nuova diga è emblematico: superare il “nanismo infrastrutturale” è la chiave per accogliere navi sempre più grandi e aumentare la competitività. Ugualmente rilevante è la digitalizzazione dei processi portuali, per snellire le pratiche e ridurre i tempi operativi.
Luciano Guerrieri (AdSP del Mare Tirreno Settentrionale) ha posto l’accento sulla necessità di “fare sistema”, anche attraverso una rappresentanza unitaria del sistema Italia nel mondo, seguendo l’esempio di porti come Rotterdam. Un coordinamento nazionale efficace, ha detto, dovrebbe però valorizzare le competenze già sviluppate dalle singole Autorità di Sistema.
Costruire un sistema portuale moderno, efficiente e interconnesso
Dai porti italiani arriva quindi un messaggio chiaro: servono riforme mirate, una regia centrale forte e il coinvolgimento sinergico tra istituzioni e imprese. In questo scenario, l’efficienza delle connessioni – fisiche e digitali – gioca un ruolo decisivo. E ancora una volta, PortaleGenio può offrire un contributo concreto: visualizzando in modo intuitivo i collegamenti tra porti, interporti e nodi ferroviari, supporta le scelte strategiche e favorisce un approccio alla logistica più integrato e sostenibile.